Il 4 marzo del 1950, era domenica, a mezzogiorno esatto tuonava il cannone da una
delle torrette dell'Isola di San Giorgio Maggiore. Era una delle ultime volte
che il mezzogiorno veniva annunciato così, perché sapevano che
poi non sarebbe stato più necessario! Ero nato io, Giulio Pozzana, un
frugolotto di 3 chili e mezzo, tutt'occhi e con una peluria biondo panocia,
in Cannaregio 5505 assistito da quella che chiamavo "nonna" e dalla
levatrice che avrebbe fatto nascere, sempre nello stesso letto e sempre nella
stessa casa, un altro maschietto, l'anno dopo ed una femminuccia, sette anni
dopo.
Appena ebbi modo di capire, fui affidato alle cure giornaliere delle Suore Domenicane
Imeldine e qui cominciò il mio peregrinare tra esperienze e vite scolastiche
diverse, pur nella stessa città.
Dopo tre anni infatti iniziai a frequentare la Scuola Maschile
A. Diaz,
allora le scuole pubbliche erano divise tra maschili e femminili, (chissà
cosa succederebbe oggi !?), quindi un nuovo ritorno al privato, stavolta da
preti, all'Istituto Cavanis, anche qui per un triennio, per poi trasferirmi
in un'altra scuola pubblica, stavolta mista
l'Istituto Magistrale. Ho
detto mista? Infatti era così, solo che i rappresentanti del sesso forte
erano in media due o tre per classe in classi di 27/28 alunni complessivi
.E
poi il lavoro subito, unico maschio in un istituto del C.I.F. che vuol dire
Centro Italiano Femminile. Ma il lavoro nobilita l'uomo e quindi altro Istituto
in Collina, solo Maschile, finché, grande ingresso nella vita pubblica
come supplente temporaneo nelle scuole dell'entroterra Veneziano ed eccomi a
Venezia, Centro Storico, dopo una quindicina di anni per seguire la donna che,
nel frattempo aveva avuto la soddisfazione di sposarmi e per accudire, subito
dopo, al primo dei due miei figli. Oggi sono papà anche di un'altra bambina
di nove anni e mi ritrovo a fare l'insegnante presso la scuola elementare G.
Gallina, a due passi da casa.
La scuola è sempre stata una mia passione, altrimenti l'avrei lasciata
da parecchio tempo, ma altre mie passioni mi hanno coinvolto altrettanto se
non forse di più. Fra queste l'amore per la mia terra e le mie origini,
i miei antenati, le loro tradizioni
il che non è poco.
Qualcosa, nelle mie ricerche, sono riuscito a capire del mio cognome e della
provenienza dei miei avi, ma una ricerca seria e proficua mi riprometto di farla
non appena andrò in pensione (ammesso che con i governi che corrono riesca
mai ad andarci ! Sigh !) E la cosa, a questo proposito, nasce durante una festa
di quelle vere, quando a Natale e a Pasqua si faceva il giro di tutti i parenti
- ed erano tanti allora - per scambiare auguri, qualche fiore e qualche bigliettino
che quand'ero ragazzo era anche corredato da carta moneta "la mancetta
degli auguri"; bene eravamo in tanti, tutti riuniti nell'allora casa mia
e dei miei, e c'era anche la zia Libera, una zia, che abitando allora a Murano,
difficilmente si muoveva
tant'è, era con noi e parlava con le sue
sorelle e con mio papà, il grande Cici, di famiglie, di nonni, di parentele,
discorsi nei quali non riuscivo a raccapezzarmi perché era arduo per
me effettuare dei collegamenti tra "niore, suocere, madone, barba, zormani
vari e nevodi", ma una cosa l'avevo capita, ero veneziano ma solo per conto
delle ultime generazioni; infatti poi, quando più approfonditamente mi
sono trovato a ragionare sulla cosa, con più calma ho integrato le mie
scoperte e sono arrivato ad alcuni dati seppure non del tutto certi: una indagine
condotta da quella mia zia sopra nominata, ha dato informazioni circa una provenienza
di miei antenati da Cittadella.
Una seconda ricerca li vede invece provenire dalla città di Poznan in
Polonia.
Nella lettera affiancata al papiro di laurea di mio fratello Elvio, laureato
in Glottologia, i suoi colleghi hanno interpretato l'origine anche filologica
del cognome ascrivendola all'originario "puteum" da cui puteaneae
o puteanae, ( mi raccomando ad una corretta lettura, è latino !), insomma
"avente a che fare con i pozzi, con l'idraulica. In qualche modo un legame
reale in questo senso c'è, anche perché mio nonno (mi si riferisce)
si beava di essere l'ultimo rappresentante vero di generazioni di "pirieta"
nella stessa famiglia. In effetti, da parte di padre, ho testimonianze di varie
generazioni (che seppure a malincuore) ho interrotto io, di idraulici, bandai,
tubisti, riparatori di fanali e fanò.
Un'ultima informazione giuntami poco tempo fa, mi collega agli altipiani circostanti
la zona del Tretto, intorno a Schio, che portano il toponimo Pozzani
Per onore di cronaca, a questo punto, non posso tacere che mia moglie in occasione
del nostro 15° anniversario di matrimonio ha voluto farmi un presente, regalandomi
una carta pergamenata sulla quale era contenuta una ricerca sul mio cognome
che recita:
"Operando sullo studio
della origine del nome va ricordato come il cognome può aver subito variazioni
dialettali, forme contratte, diminutivi, lenizioni, errori dovuti a errata trascrizione.
Riteniamo quindi che il nome Pozzana sia verosimilmente originato da Pozzi sul
quale sono state rinvenute le seguenti notizie storiche e araldiche tratte dalle
fonti bìbliografiche di Araldis.
Antica famiglia cremonese, ha dato alla patria 35 decurioni, il primo dei quali
fu Manfredino eletto nel 1115, e l'ultimo Camillo nel 1744. Guglielmo e Carlo
furono senatori, il primo nel 1125 e l'altro nel 1179. Bartolomeo, giureconsulto,
fu uno dei compilatori degli statuti di Cremona nel XIV secolo.
Casata di sicura origine nobile o notabile riportata dalle tradizionali fonti
bibliografiche conservate negli archivi di Araldis che comprovano come la famiglia
P. abbia lasciato traccia di sé nel tempo.
Il fatto che del ceppo P. sia nota l'origine, indicata dai testi in Lombardia,
rivela come abbiano sentito l'esigenza di legarsi ad una datazione dell'origine
storica o della sua collocazione in territorio, al fine di perpetuare il fasto,
le gesta ed il valore della famiglia. E' solo con l'inizio del XV secolo che
si fanno più frequenti le concessioni di titoli a persone e famiglie
non provviste di feudo.
La conferma della dimora certa della famiglia P. in Cremona viene quindi a confermare
come ci si trovi di fronte ad un casato che seppe legittimamente innalzare per
diritto la propria arme al rango di Nobili. La corona di pertinenza è
formata da un cerchio d'oro, puro, velato, rabescato, brunito ai margini, sostenente
otto grosse perle in giro, di cui cinque visibili, posate sul cerchio. Il blasone
è la lettura dell'arme e nel caso della famiglia P. risulta essere d'oro,
al pozzo di rosso, accostata da due draghi di verde, affrontati e coronati del
campo, colle code passate in croce di S. Andrea sotto il pozzo.
Gli stemmi, semplici in epoca più antica e con un numero limitato di
figure, si complicano in seguito, con ripartizioni e maggiore varietà
di figure, colori ed ornamenti. In questo caso, la prevalenza dell'oro rappresenta
la fede, la clemenza, la temperanza, la carità, la giustizia oltre che
la felicità, l'amore, il gaudio, la nobiltà, lo splendore, la
gloria, la sovranità essendo il più nobile tra i metalli. E' il
simbolo del sole."
Da parte di mamma sono niente popò
di meno che "Alpago" con grandi attinenze al ramo diretto cui apparteneva
l'Alpago gran condottiero, poi capitano di Ventura cui, per sdebitarsi dei servigi
resi, la Dominante aveva dato il territorio compreso tra gli ultimi confini
di Serravalle - Sella di Fadalto , ultima propaggine del territorio di Treviso
e prima del territorio di Belluno, il Monte Cavallo ed il monte Teverone, di
poi chiamato Alpago ovvero consegnatario del Cognome al citato Capitano.
Ma ritorniamo alla cruda realtà
che delle glorie passate è rimasto solo il nome! Infatti la curiosità
di sapere, cui accennavo prima mi ha fatto essere tra i fondatori della Società
Filologica Veneta, connessa in qualche modo con l' Associazione di studi storici
ed Archeologici "Altinum", che negli anni passati si era appunto occupata
di rimettere a posto alcune "cosette" riguardo la conoscenza delle
nostre origini, e delle origini del popolo Veneto in generale. Nel 1971 poi,
avevo fondato l' Equipe Veneziana di Ricerca (E.V.R.), gruppo speleologico che
si occupava di ricerche speleologiche nel Montello e che un po' alla volta,
con la fondazione (anche qui sono socio fondatore) della F.S.V. Federazione
Speleologica Veneta, ha sensibilizzato la Regione riguardo la necessità
di creare un catasto di tutte le grotte naturali dapprima ed artificiali, poi,
del Veneto. Tale Associazione si allargava nel 1981 e si componeva di quattro
sezioni : l'Archeologica, denominata Laguna, la Fotografica e quella di Protezione
Civile.
In fatto di Protezione Civile, poi, mi sono prodigato ed ho fondato con altri,
la consulta comunale di Protezione Civile con l'allora Assessore G.B. Benzoni
cui ha fatto seguito la Consulta Comunale del Volontariato seguita dalla Consulta
Regionale del Volontariato, sfociate poi entrambe nel censimento delle varie
associazioni che così avevano diritto di chiedere l'iscrizione all'albo
delle Associazioni e Comunali e Regionali.
Sono iscritto nei ruolini della Protezione Civile ed ho partecipato a numerosissime
esercitazioni ed anche a qualche "non esercitazione". Ho fondato la
S.P.I.C. 2 presso il quartiere di Cannaregio, la prima squadra quartierale di
Protezione Civile, oggi assimilata dal Centro operativo Misto del Comune di
Venezia. Mi sono poi occupato della salvaguardia della Laguna e in particolare
di avere con l'E.V.R. in concessione l'Isola di S. Giacomo in Paludo, per restaurarla
e riconsegnarla sotto forma di servizi, ai cittadini Veneziani e non. Non ci
sono riuscito né subito, né per via diretta, ma attraverso l'aiuto
dei V.A.S. (Verdi Ambiente e Società) un'associazione come la nostra,
con cui collaboro da vari anni ed estesa su tutto il territorio nazionale e
solo qualche anno fa. Ed ora
ora faccio parte di una nuova ( nuova per
modo di dire ) famiglia che si chiama Europa Veneta, nella quale sto bene, perché
vi si riprende un discorso che per qualche anno avevo lasciato in sospeso e
cioè quello della dignità o meglio della preziosità delle
origini del Popolo Veneto.
Sono anche consigliere in Consiglio Circoscrizionale 1.
Giulio Pozzana