Jožko Šavli
Jožko Šavli
Sono nato a Tolmino in Slovenia nel 1943 e nel 1967 mi sono laureato in Economia Aziendale presso l'Universitá di Lubiana; decisi poi di proseguire gli studi a Vienna, dove conseguii il dottorato di ricerca in Scienze Sociali ed Economiche.
Nel corso degli anni Ottanta ho iniziato a pubblicare saggi sulla storia slovena, in particolare sulle insegne storiche del Ducato medievale di Carantania. In Svizzera nel 1982 nell'Archivium Haraldicum (n° 3-4) apparve un mio articolo che accreditava l'emblema araldico della Pantera Nera quale arma della Carantania. Nella rivista The Augustan Society Omnibus (Book 11, 1990) stampata a Torrance - Los Angeles (California) presentai un altro mio importante articolo intitolato "Black Panter: Coat of Arms of Carantania"; in tal modo la mia scoperta - lo stemma storico sloveno - venne resa nota al pubblico ed agli specialisti internazionali di araldica. Nella stessa rivista uscí anche "The Installation of the Dukes of Carinthia" (Book 13, 1991), "The Carnation, a Slovenian Badge and a European Flower" e "The Caranthanian Hat: An Ancient Sign of Sovereignty" (Book 14, 1993); invece nella rivista Heraldy (vol. III, N° 3/II) del 1995 "Goldenhorn: the Steinbock of the Alps" e in The Augustan ...(Vo. XXV, N° 1) "The Situla: An Exemple of Prehistoric Art".
Le mie tesi, peró, erano assai diverse da quelle ufficiali della scuola storica jugoslava e della precedente austrotedesca; le due ultime - condizionate dall'ideologia pangermanica e jugoslava - negavano l'esistenza dello Stato storico sloveno di Carantania (Sclauinia), di cui fa menzione giá nel 595 d. C. Paolo Diacono (Provincia Sclaborum). L'apparato di potere insisteva - attraverso la scuola e la stampa - sull'idea che gli Sloveni fossero troppo "piccoli" per costituire una nazione indipendente; si voleva far credere che l'unica alternativa all'espansionismo tedesco ed italiano fosse la Jugoslavia.
Nel 1990 - alla vigilia dell'indipendenza della Repubblica di Slovenia - pubblicai a Capodistria il libro "Lo Stato sloveno di Carantania" dove mettevo in luce, per la prima volta, la vigenza dell'Instituto Slavenica e cioé del Diritto sloveno all'interno del Sacro Romano Impero.
Un ulteriore campo di indagine che mi ha appassionato ed impegnato per molti anni é l'etnogenesi dei Veneti e piú in generale la conoscenza di tutti gli aspetti riguardanti la vita di questo antico popolo.
Nel 1985 a Vienna, nel n° 10 del Glas Korotana /Voce della Carantania, uscí il mio saggio "I Veneti progenitori dell'uomo europeo"; uno studio fondamentale - affrontato con metodo interdisciplinare - per comprendere l'origine di tanti popoli, tra cui gli Sloveni, dall'antica Civiltá centroeuropea dei Veneti (1500 a.C. circa). Mi trovai anche in questo caso a sostenere una tesi assolutamente nuova; mai nessuno aveva osato ricercare o solo pensare all'origine degli Sloveni fuori del quadro degli Slavi Meridionali. Di conseguenza inizió un'aspra polemica nei mass media, nei confronti dei miei lavori, guidata dal mondo accademico. Nel dibattito si inserí Matej Bor, noto poeta, scrittore e filologo sloveno, il quale confermava la mie scoperte dal punto di vista glottologico. Matej Bor era un ex partigiano e patriota sloveno, nonché membro dell'Accademia Slovena, perció la sua adesione all'idea che i Veneti antichi fossero gli antenati degli Sloveni, inasprí ancora di piú i toni dei rappresentati della scienza ufficiale del mondo jugoslavo di allora.
Nel 1988 "I Veneti progenitori dell'uomo europeo" venne tradotto in tedesco ed integrato dagli studi di Matej Bor, il quale facendo ricorso alle lingue slave piú antiche e conservative - come ad esempio lo sloveno - riuscí a decifrare in modo corretto le iscrizioni venetiche. Nel 1989, nella nuova edizione slovena, il libro si arrichí del contributo di un terzo studioso, il Professor Ivan Tomazic; nel 1991 l'opera completa fu tradotta in italiano e nel 1996 in inglese.
Nel 1994 i miei saggi sulle tradizioni popolari e sui simboli della cultura slovena furono riuniti ed ampliati nel libro Slovenska Znamenja/ I simboli degli Sloveni, edizioni Humar, Nova Gorica, mentre nel 1995 venne pubblicata l'opera Slovenija, podoba evropskega naroda/ Slovenia, immagine di una nazione europea, ed. Humar. Nel 1999 - in occasione del Giubileo - diedi alla stampa il libro Slovenski svetniki / I Santi sloveni che suscitó stupore ed interesse, in quanto sotto il regime comunista gli Sloveni venivano considerati un popolo senza storia e senza santi, al fine di colpire la loro coscienza nazionale.
Nel frattempo la questione dei Veneti antichi e le mie tesi sono state oggetto di dibattito nel mondo accademico in Francia, negli Stati Uniti, in Russia ed in Australia.
Nel 1995 ho iniziato nel Veneto una proficua collaborazione dapprima con la Societá Filologica Veneta e poi con l'Associazione Europa Veneta, di cui sono socio onorario. Il cammino percorso assieme agli amici veneziani, costituito da numerose iniziative culturali, mi ha arricchito e fatto sentire partecipe al loro impegno nella riscoperta della identitá etnica.

Jožko Šavli
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