Mariarosaria Stellin |
 Sono nata a Venezia l"8 maggio 1951, dove ho il privilegio di vivere e
lavorare; sono sposata ed ho un figlio di nome Enrico Maria.
La mia famiglia è veneziana e padovana da secoli, tuttavia in base ad
alcune ricerche effettuate sembra che gli Stellin provengano dalle Valli
slovene del Natisone (oggi Friuli), di preciso da Tribil di Sopra nella Schiavonia Veneta.
In tale villaggio ebbe i natali nel 1699 un probabile nostro antenato: Jacopo Stellin
(JakopŠtulin)
celebre filosofo, matematico, teologo, filologo, critico e poeta.
Le sue opere furono apprezzate da letterati come il Tommaseo, da giuristi come
Cesare Beccaria, da filosofi, ecc., in quanto la sua trattazione di Aristotele
è considerata la prima sintesi organica e metodica dei problemi etici.
Nel 1739 Jacopo - dopo esser entrato nell"ordine dei Somaschi a Venezia -
divenne titolare della cattedra di filosofia morale all"Università di Padova.
E proprio nel cortile dello Studio di Padova, al Bo - nella loggia superiore -
vi è lo stemma gentilizio di un altro Stellin, Alberto (Albertus
Stellinus) di Treviso, che risale al 1605.
Il nostro cognome è abbastanza raro e lo si trova nel Veneto o nelle
valli menzionate.
Ma torniamo al presente.
Vari sono gli interessi che hanno dato colore alla mia vita, accompagnati da
una forte dedizione sino dall"adolescenza nel volontariato: con i bambini
dei sestieri popolari, con quelli portatori di handicap e per loro ho deciso
poi di lavorare in ospedale.
La mia educazione cattolica è cresciuta in un contesto ricco di
straordinarie presenze spirituali, per fare degli esempi rammento: mia mamma,
Padre Davide Maria Turoldo, mistico e insigne poeta "Con angoscia ti fuggo,
o Luce, ma sulla stessa via sempre t"incontro" e gli infaticabili
Salesiani.
Giovanissima venni invitata a Roma alla fondazione dei Cristiani per il
socialismo (R. La Valle, L. Basso - Senatori della Repubblica Italiana, ecc.)
dal quotidiano Paese Sera, per aver stilato con il mio gruppo un documento -
pubblicato sul giornale - in cui si auspicava la libertà di scelta
politica da parte dei cristiani.
Come sindacalista ho seguito le problematiche legate alla salute, prevenzione,
qualità dei cibi e più in generale alla sanità veneziana,
con i comitati di base e nelle istituzioni quartierali.
Contemporaneamente ho coltivato lo studio della filologia,
dell"archeologia lagunare e la sua pratica; nel 1978 assieme a dieci
appassionati di cultura veneta fondammo a Venezia la Società
Filologica Veneta, di cui sono stata per lungo tempo la Presidente.
La Filologica ebbe il merito storico di sollevare la "questione veneta" - per
la prima volta nel XX secolo - nel Veneto ed in Europa.
In luglio di quell"anno, infatti, a Barcellona - al Convegno
Internazionale dell"A.I.D.L.C.M.
(Associazione internazionale per la difesa delle lingue e culture minacciate)
- riuscimmo a catturare la simpatia e la stima dei movimenti etnici,
dell"intellighenzia europea, della stampa (Avui) e della televisione
catalana, chiedendo fosse riconosciuto a noi Veneti il fondamentale diritto di
esistere, con la nostra identità di popolo.
Dare dignità alla lingua veneta combattuta e relegata al ruolo di
dialetto, alla nostra storia e millenaria civiltà, fu in sostanza la
motivazione che ci spinse ad intraprendere la singolare avventura,
caratterizzata da un intenso attivismo (descritto in maniera dettagliata
nell"introduzione di questo sito) ed inoltre a rapportarci con il mondo
accademico.
Sono rimasti nella memoria di tanti e citati nella bibliografia che si
è occupata dell"argomento i Corsi di storia e lingua veneta - da
noi istituiti a Padova - ai quali parteciparono in qualità di docenti
studiosi di grande fama.
(Professori G. B. Pellegrini, C. Corrain, ecc.), ed i Seminari di economia
relativi alle istituzioni finanziarie della Veneta Repubblica
(Dott. L. Balestrieri dirigente della Camera di Commercio di Venezia), presso
la Fondazione Querini Stampalia ed altre sedi.
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Nel 1979 a Saint-Vincent e poi a Verona fui tra la delegazione veneta chiamata dal Presidente B. Salvadori al I Convegno nazionale dell'Union Valdoten, per valutare l'eventuale presenza dei Veneti alle prime elezioni europee del 10 giugno. Nonostante qualche perplessità accettammo di aderire all'articolato cartello elettorale di etnie, con la speranza di concorrere alla formazione di un'Europa dei popoli, federalista e non dei potentati economici. Il Dott. Maurizio Calligaro - del Direttivo della Filologica Veneta - propose (durante il nostro viaggio in treno) di chiamare Liga Veneta la nuova formazione politica e come candidato scegliemmo l'amico Prof. Achille Tramarin. Dopo il positivo risultato delle elezioni le strade del novello partito e della Società Filologica Veneta presero direzioni diverse, poichè noi non eravamo convinti che ci fossero le condizioni giuste per continuare con la politica. Alla fine degli anni Settanta ho contribuito alla rinascita del carnevale di Venezia, con l'Associazione remiera Settemari, organizzando e prendendo parte a cortei acquei in maschera, feste e momenti di convivialità ispirati alla tradizione veneziana.
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 Nel 1986 con vecchi e nuovi amici abbiamo costituito l"Università
Verde Veneziana, un"associazione "etnoecologista" ed io ne fui la
responsabile.
Ulteriori attività aspettavano di essere realizzate dalla S.F.V e
dall"U.V.V., anche sui temi collegati alla conoscenza e valorizzazione
dei beni artistici e ambientali del territorio veneto.
Di quel periodo ricordo solo gli eventi maggiormente significativi: la
prosecuzione di Corsi itineranti di cultura, lingua veneta ed ecologia a
Venezia ed isole (Murano, Burano, Pellestrina, Lido) con i Professori
U. Bernardi, G. Moriani, A. Langer, L. Bonometto, E. Ratti, F. Pratesi, ecc.
e la preparazione di tavole rotonde ad esempio sulla salvaguardia di Venezia e
di assemblee pubbliche sui Piani urbanistici, inquinamento, ecc.
Nel 1987, invece, elaborai - con il Dr. M. Calligaro - una Proposta di legge
regionale dal titolo: "Iniziative in difesa del patrimonio di storia, lingua,
cultura e tradizioni delle genti venete" presentata il 30 aprile e che ho
illustrato in una conferenza stampa in Regione; la proposta fece un discreto
iter, interrotto,purtroppo, da uno dei molteplici terremoti politici.
Nel 1988 fui tra gli organizzatori del Convegno "L"altra Venezia"
tenutosi nell"Aula Magna - Ca" Dolfin - dell"Università
di Ca" Foscari, coordinando dodici associazioni; al convegno esperti
veneziani ed europei esposero tesi ed elaborazioni ecosostenibili per la
nostra città.
Nel 1990 con il Dr. Edoardo Rubini curammo la pubblicazione del libro:
"Venezia e la sua laguna, la difesa dell"ecosistema dai nuovi Attila",
che ebbe un buon successo di vendite.
Nel 1995 con entusiasmo ho fatto parte della Commissione scientifica nominata
dalla Giunta Regionale del Veneto e presieduta dal Professor M.Cortelazzo,
insieme ai docenti universitari Prof. A. Zamboni, L. Canepari, G. Marcato,
ecc., al fine di creare uno strumento didattico, divulgativo e nel contempo
scientificamente rigoroso, per unificare i vari modi di scrivere la lingua
veneta.
Dopo mesi di proficuo confronto abbiamo redatto il Manuale di Grafia Veneta
Unitaria, un fondamentale passo in avanti nel processo di normalizzazione
della nostra bella lingua materna.
Nel 1996 fui membro della mitica Commissione toponomastica del Comune di
Venezia con il Direttore dell"Archivio di Stato di Venezia Prof. P.Selmi,
il Direttore dell"Archivio Storico del Comune di Venezia Prof. S. Barizza,
il Prof. E. Concina e presieduta del Prof. G. Zanetto.
Avevamo il delicato compito di fermare la dissennata italianizzazione dei
nisioleti, la plurisecolare toponomastica di Venezia e di risistemare
quella delle isole, di Mestre, di Marghera ecc.
Con scrupolo e meticolosità ci orientammo verso una riproposizione
dell" "Indicatore anagrafico" di C. Zangirolami del 1948-50, il quale a
sua volta aveva tenuto conto delle ricerche del Tassini (Origini delle
denominazioni stradali di Venezia 1863 Ed. Filippi Ve).
Di recente nel Veneto si è registrato un notevole impulso dei rapporti
economici e culturali con l"Europa Centrale, specie dopo la caduta dei
muri - veri ed ideologici - che la dividevano drammaticamente in due.
Pure la Società Filologica Veneta ha sentito l"esigenza di dare un
apporto a questo orientamento spontaneo favorendo contatti ed incontri con
altri popoli.
Dal 1994 ho stimolato l"avvio di un percorso di reciproca amicizia tra il
Veneto e la giovane ed assai vicina Repubblica Slovena.
Accenno soltanto alle principali manifestazioni promosse in tale ambito,
soprattutto con il Dr. Rubini (allora Presidente circoscrizionale del Lido di
Venezia) e con il patrociniodel Comune di Venezia, della Provincia di Venezia,
della Regione del Veneto, delle Associazioni dei Commercianti e degli
Albergatori veneziani, del Consolato Sloveno di Trieste, dello Stato Sloveno,
ecc.
Cominciamo dai Tornei internazionali di calcio giovanile tra squadre veneziane
e slovene (nel 1995, 1996, 1997) dove venivano coinvolte le famiglie dei
ragazzi, i sindaci delle città interessate ed altri; alle partite
seguivano momenti di socializzazione, escursioni, visite guidate, naturalmente
in Veneto ed in Slovenia.
In gennaio del 1996 venne giudicato favorevolmente un nostro progetto dal
Comitato della "Festa de la Sensa" (sposalizio del mare e fiera) e dal
Circolo Artistico di Venezia, per suggellare il patto di amicizia con il
popolo sloveno.
Ricevetti il mandato di sviluppare relazioni culturali con la Slovenia -
nell"ambito del programma "Adriatico mare di pace".
A marzo del medesimo anno nel Teatro di Maribor ho avuto l"onore di
partecipare all"inaugaurazione della mostra dello scultore e designer
sloveno Oskar Kogoj, in compagnia del Presidente della Repubblica Milan Kucian
e consorte.
Durante la serata assistemmo anche al dramma "Babilon"; si stava celebrando -
dopo la fine dell"esperienza iugoslava - la creatività e la
valenza culturale europea della nazione.
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 A maggio presso la sede del Circolo artistico - nel Palazzo delle Prigioni
Nuove a S. Marco - sottoponemmoall"attenzione del pubblico e della stampa
il libro: "I Veneti progenitori dell"uomo europeo", alla presenza degli
autori Professori
JozkoŠavli
e Ivan Tomašic, di autorità cittadine, comunali, accademiche
(il Prof. Gabriele Zanetto tenne una conversazione sul libro) e di
rappresentanti del governo sloveno.
Le ricerche degli studiosi sloveni (con quelle di M. Bor) sono ancor oggi un
prezioso e qualificato contributo alla conoscenza delle origini dei Veneti,
della loro diffusione e della lingua venetica.
Oltre a ciò allestimmo nello stesso palazzo una mostra
dell"artista Kogoj, privilegiando l"esposizione di bronzi che
rimodellavano figure incise in situle venetiche (secchie cinerarie sacre)
risalenti al VII-VI secolo a.C. circa e trovate in Slovenia.
Il bronzo di grandezza naturale che riproduceva un cavallo venetico, simbolo
dei Veneti, - raffigurato nella situla di Vace - pensammo di farlo sistemare
nel sagrato della Chiesa di S. Nicolò, davanti all"entrata del
porto del Lido, perché catalizzasse ed emanasse la sua energia
positiva; vi rimase per tutta l"estate ed ora la statua,
dall"aspetto superbo, ha trovato collocazione stabile in una piazza di
Gerusalemme.
In dicembre al Centro studi teologici "Don G. Pattaro" a Venezia abbiamo
riunito per una conferenza - trasmessa a spezzoni dalla televisione nazionale
slovena - Prof. Don. B. Bertoli, il Prof. J. Šavli e Prof. Don B. Raubar di
Pirano, che esaminarono il rapporto intercorso tra Chiesa veneta, slovena ed
il Patriarcato di Aquileia; nell"occasione l"editore Humar di Nova
Gorica introdusse il libro "Il battesimo presso la Savizza" di F. Presciren,
padre della lingua slovena.
Nel susseguirsi di impegni, viaggi ecc.
maturò in noi l"esigenza di rendere la Società Filologica
Veneta più consona alla realtà, alla funzione che ormai ci
eravamo costruiti e vent"anni dopo la sua nascita - il 15.07.2001 festa
di Cristo Redentor - a Venezia abbiamo dato vita all"Associazione Europa
Veneta.
Eravamo in tredici soci fondatori e tra questi il vecchio Consiglio Direttivo
della Filologica quasi al completo; io sono stata eletta Presidente, incarico
che ricopro tuttora.
Lo scopo che si vuole raggiungere è quello di diventare un punto di
riferimento a servizio di quanti desiderano approfondire la cultura veneta e
venetica ed assicurarsi la consapevolezza di appartenere all"antica
Venetorum Natio - in sinergia con numerose associazioni del Veneto
(vedi sezione links nell'area di dialogo) e d"Europa (Club Veneti
di Monaco, Gruppo studiosi sloveni, ecc.) ed inoltre di "rafforzare i legami
storici e culturali con tutti quei popoli europei il cui passato è
interessato dalla presenza dei Veneti sul loro territorio" (art. 4 dello Statuto).
Il nome dell"Associazione si richiama alle origini centroeuropee dei
Veneti.
Attualmente gli Stati a capitalismo maturo sono la struttura portante
d"Europa, che sta procedendo a grandi passi verso una unificazione
politica, economica ed aprendosi anche ad altri Paesi.
Ebbene, questa può essere una circostanza vantaggiosa per noi, per
esprimere a pieno la nostra identità veneta, coscienti di aver
determinato la storia d"Europa; i Veneti hanno rappresentato la
più antica civiltà europea ed in epoca moderna Venezia è
stata per secoli la sua capitale culturale ed esempio di tolleranza e di
libertà.
Non mi soffermo ad elencare le iniziative di Europa Veneta, tranne la felice
esperienza di insegnamento di lingua e storia veneta nella Scuola media
statale D. Alighieri di Venezia.
In gennaio del 2000 la Regione Veneto ha approvato un mio progetto steso per
gli alunni di prima ed in seguito all"autorizzazione del Preside e degli
organi collegiali della scuola ho animato come consulente - per la parte che
riguardava la storia, l"archeologia, le tradizioni e la lingua veneta -
un laboratorio sperimentale di teatro.
Se sono ben informata, mi risulta esser stato questo il primo riconoscimento
ufficiale della scuola e della Regione nei confronti della lingua veneta.
Nell"arco di tutti questi anni ho scritto articoli per riviste venete e
rubriche culturali, brevi saggi divulgativi, ho collaborato alla traduzione in
italiano del libro "Slovenia, nascita di una nazione storica", di prossima
pubblicazione, prodotto dispense su argomenti diversi e materiale didattico
sulla lingua veneta, comprese due commedie in veneto per ragazzi, ispirate
alla Commedia dell"Arte.
La gran parte del tempo libero la dedico alla famiglia.
Quando posso amo vogare in laguna, fare escursioni sulle Dolomiti, raccogliere
e conservare erbe medicinali, con cui preparo tisane.
Amo il teatro (in gioventù ho recitato il Goldoni) e la lettura.
Il mio futuro - come quello degli altri - è nelle mani di Dio; per
ciò che dipende dalla mia volontà spero di poter scrivere presto
dei saggi sulla simbologia venetica, sulla lingua veneta e di attuare
importanti propositi nel campo culturale per la patria veneta.
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