Altino città venetica |
La
conformazione urbanistica di Altin è tipica di molte città, che
appartenevano alla serena Venetia e non solo, basti pensare alla venetica Vannes
in Armorica (attuale Golfo di Morbihan in Bretagna). Altin sorgeva su tre isole di un'antica laguna e l'abitato era diviso dal Canale
di S. Maria, (non si conosce ancora il nome venetico del canale) costituito
da un ramo del fiume Dese.
In origine non aveva mura di cinta; queste vennero edificate solo nel periodo
augusteo e cioè quando essa aderisce all'ordinamento di autonomia municipale
- secondo l'espressione di Appiano - organicamente regolato dalla Lex Julia,
con la conservazione degli antichi Statuti, dopo il 42 a.C. e quindi non fu
mai una colonia romana. Gli scavi del 1981,'84,'88 danno la conferma della datazione
delle mura.
Vicino ad Altin - popolata da mercanti, armatori, artigiani, pescatori, magistrati,
agricoltori ed altro - sorgevano ricchi villaggi, laghetti e paludi, ove si
praticava l'allevamento del pesce (piccole valli da pesca) e la già citata
e mitica selva fetontea; boschi le cui tracce sono rimaste sino alla prima metà
del 1900 nei paesi intorno a Mestre e a Treviso (Tessera, Campalto, Favaro,
Dese, Marcon, Mogliano ecc). Il suo porto è stato localizzato al Montiron. Durante gli scavi del 1962
e del 1964 è emersa una strada, che partiva proprio dai pressi del Museo
archeologico e che conduceva al mare, si sono conservati - praticamente intatti
- circa 44 m. di lunghezza. Scavi recenti hanno portato alla luce tombe risalenti
al VII secolo a.C., la più antica risale al 625 a.C. circa.
Altri ritrovamenti di fibule, anelli d'oro, d'argento, oggetti in bronzo, situle,
monete danno l'idea di un alto tenore di vita e della raffinatezza tipica di
una grande città, dove alcuni facoltosi Romani in epoca storica - approfittando
della salubrità del clima - costruirono sontuose ville e palazzi (v.
testimonianze di Marziale e degli stessi reperti archeologici). Dalle iscrizioni
ritrovate sappiamo che esistevano dei bagni (piccole terme) ed un tempio dedicato
ad una divinità femminile, verosimilmente venetica, sincretizzata con
Venere. Nel 1998 è venuto alla luce sulla sponda sinistra del Canale
di S. Maria un emporio-santuario, con tre frammenti di scrittura venetica, bronzetti
(votivi?) di cavalieri, guerrieri e devoti. Secondo la Sovraintendente M. Tirelli
il santuario - dove si praticavano sacrifici di animali - continuò l'attività
anche in età romana.
Mariarosaria
Stellin
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