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Le antiche strade venete
Ricostruzione della porta urbica di Altino, le cui fondazioni in pietra sono state ritrovate nell'area archeologica a nord del museo
Altin ed altre città venetiche, si trovavano in una posizione geografica strategica e come si è detto, erano ricche di collegamenti viari interni ed esterni per gli scambi commerciali con il Nord ed il Centro Europa, sino dai tempi preistorici. Lo storico R. Cessi, sulle antiche strade della Venetia scrive: "…Roma contribuì a valorizzare, a migliorare con opere, che i progressi dei tempi suggerivano, dando maggior efficienza a tracciati esistenti, ad estederli in più complesso assetto, ma non creò tutto di nuovo, dalla Postumia, alla Annia-Popilia … la capacità creativa della potenza romana è stata elevata troppo spesso a mito con apoteosi, nelle quali si è perduto il senso della misura e della realtà". (Storia di Venezia - Da Roma a Bisanzio -Vol. I pag. 245 ed. Centro internazionale delle Arti e del Costume 1957).
Dello sviluppo stradale della Venetia, per esigenze di spazio, citeremo solo alcune delle vie principali, che presero i nomi da Consoli romani, i quali nella maggior parte dei casi, ampliarono e riadattarono vecchi percorsi venetici; l'attuazione dei programmi stradali in epoca romana, è sempre stato il frutto di accordi tra Romani e Veneti, con probabili convergenze di interessi diversi, per i Veneti verosimilmente economici.
La via Postumia risale al 148 a.c., anno del consolato di Spurio Postumio. Essa collegava Aquileia a Genova seguendo un tracciato alle radici delle Alpi, con una direzione longitudinale, priva di basi di appoggio che potessero riallacciarsi ad obbiettivi militari di difesa. Bisogna tener presente che tale via intersecava territori indipendenti da Roma e sopra i quali non incombevano minacce di popoli alpini, specialmente nell'area della Venetia.
La via Popilia risale al 132 a.c., anno del consolato di P. Popilio, in epoca claudia.
Si trattava di un percorso diretto Ravenna-Altin che seguiva i marigini delle lagune, portandosi a settentrioEditor html ne, attraverso numerosi centri marittimi della costa adriatica. Il percorso schematizzato della strada appare nella Tabula Peutingeriana, mappa attribuita al IV o V secolo d.C. Nonostante le numerose aree paludose ed interruzioni fluviali la strada manteneva un recto itinere, sfruttando soprattutto cordoni dunosi e terrapieni; i passaggi acquei venivano superati con traghetti e ponti.
Oggi, gran parte di questi passaggi sono stati coperti dalla laguna stessa. Sull'arco della terraferma attuale correvano verosimilmente strade parallele.
La via Annia risale al 131 a.c., anno del consolato di T. Annio Rufo. Partiva da Adria per arrivare ad Aquileia; attraversava Altin ed uscendo dalla città mutava direzione (verso Concordia) in confronto a quella dell'entrata. Nel 1969 lungo la via Annia è stata riportata alla luce una necropoli venetica del V sec. a.c. con urne cinerarie, corredi funebri ed una stele con iscizione venetica risalente al III secolo a.c. Numerosi cippi e miliari che segnavano il percorso di questa via sono stati ritrovati nell'attuale Veneto e nel Friuli: ad Altin, Musile, Ceggia, Concordia e ad Aquileia.
La via Claudia Augusta risale al 15 a.c. circa e metteva in comunicazione Altin con Augusta Vindelicorum (attuale Augsburg in Baviera) Essa venne costruita in seguito alla vittoria romana sui Germani, per opera dei figliastri di Ottaviano Augusto - Tiberio (futuro imperatore) e Druso Claudio detto il germanico - sui Reti (Tirolo) e Vindelici (Baviera). Nel 46-47 d.c. l'imperatore Claudio, figlio di Druso Claudio l'amplia e la consolida dandone il nome. Molto si è dibattuto tra gli studiosi, in particolare per la definizione del percorso di tale via in pianura, dove si intrecciavano numerose strade commerciali. Secondo lo storico Cessi (opera citata pag. 247) Druso costruì solo il tratto, che partendo da Trento "si inoltrava nel sistema montano, qualunque fosse il controverso ulteriore tracciato. Ma è certo che non arrivava ad Augusta, non ancora fondata, né al Danubio, al quale le legioni non erano ancora pervenute", mentre il figlio Claudio prolungò la via a nord fino al Danubio e a sud fino ad Ostiglia sul Po (linea padana) con un ramo e fino ad Altin (linea adriatica) con un altro. Nel settembre dello scorso anno si è tenuto a Feltre un convegno internazionale dal titolo: "La Via Claudia Augusta. Un'arteria alle origini dell'Europa: ipotesi, problemi, prospettive". In questa occasione è nato un gruppo di studio, composto da docenti dell'Università di Innsbruck, Monaco, Augsburg, Padova e Venezia, che seppur con tesi diverse, stanno lavorando insieme per far luce sugli ultimi misteri di questa strada; un luogo della memoria comune per la nuova Europa.
Mariarosaria Stellin
 
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