La festa di Maria Assunta è definita la Pasqua dell’estate.
Maria compare per l'ultima volta negli scritti del Nuovo Testamento nel
primo capitolo degli Atti: Ella è in mezzo agli apostoli, in
orazione nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo. Il
termine più antico che si riferisce alla conclusione della vita
terrena di Maria è "dormizione". La celebrazione fu decretata
per l'Oriente nel VII secolo con un decreto dell'imperatore bizantino
Maurizio. Nello stesso secolo la festa della Dormizione fu introdotta
anche a Roma da un papa orientale, Sergio I. Trascorso un altro secolo
il termine dormizione fu sostituito da quello più
esplicito di "assunzione". Maria viene presentata come nuova Eva,
strettamente unita al nuovo Adamo (Gesù). Gesù e Maria
sono, infatti, associati nel dolore e nell'amore per riparare la colpa
dei nostri progenitori. Maria è dunque non solo madre del
Redentore, ma anche sua cooperatrice, a lui strettamente unita nella
lotta e nella decisiva vittoria. Questa unione richiede il
trionfo di Maria insieme a quello di Gesù, non soltanto sul
peccato, ma anche sulla morte, i due nemici del genere umano. Il culto
dell’Assunta - e di tutti i titoli che la devozione popolare ha
assegnato alla Vergine – è da sempre preponderante in
tutta la Venetia. Molteplici sono le chiese sono a Lei dedicate, da
Torcello, della quale quest’anno ricorre il millenario, a
Malamocco, a Borbiago. A Venezia era uso, fino ai primi decenni
del secolo scorso, festeggiare in Corte de el Anxo³o, a Castello,
attorno al capitello dedicato alla Vergine (uno degli oltre 200 a Lei
dedicati presenti in città). Durante la novena le ragazze
cantavano il rosario, mentre la sera della festa illuminavano con
palloncini di carta l’intera corte dove venivano eseguiti canti e
balli attorno all’immagine di Maria. Nelle chiese venete dedicate
all’Assunta erano (in parte ancora oggi) effettuate processioni
trasportando statue lignee o immagini della Madonna.