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La Serenissima

 15 giugno 1310
Fallisce il colpo di Stato di Baiamonte Tiepolo


Il colpo di Stato di Baiamonte Tiepolo fu un gravissimo attentato alla Veneta Repubblica. In seguito a questo fatto fu istituito il Consejo de Diexe (X), organismo di supervisione, investigazione e controllo statale.
la battaglia
In questa complessa vicenda, che meriterebbe una approfondita analisi storico politica e di diritto veneto, si mescolano fatti di natura politica (estera ed interna), di natura umana e, più importante, di natura costituzionale. Solo da alcuni anni, nel 1297, c’era stata la “Serada del Major Consejo” che impediva l’entrata di nuove famiglie negli organismi di governo della Serenissima. Questo provvedimento, molto contrastato, fu applicato per scongiurare la formazione di partiti in seno alla Repubblica (siamo nel periodo storico di fortissimi contrasti tra guelfi e ghibellini e delle Signorie). I Nuovi entrati avrebbero potuto portare con se le insidiosissime idee di “parte”, in grado di scardinare l’antichissimo, complesso, giusto ed equilibrato organismo democratico, fondato sul governo dei migliori. Baiamonte Tiepolo rappresentava, assieme alle famiglie Querini e Badoer, proprio queste idee nuove. Ricchissimo, ambizioso, populista aveva congegnato un piano segreto per impadronirsi della Serenissima, sostituendosi al Doge Pietro Gradenigo. Egli contava sul fattore sorpresa e sull’appoggio che avrebbe avuto dalla popolazione e da altri nobili. Il piano congegnato prevedeva l’assalto di Palazzo ducale ad opera di tre gruppi di armati comandati dallo stesso Tiepolo, da Marco Querini e da Badoero Badoer. Il gruppo comandato da Baiamonte, diviso in due armate, doveva penetrare in Piazza S. Marco dalle Mercerie attraverso l’attuale sottoportico della Torre dell’Orologio e dalle Procuratie Vecchie attraverso Calle dei Fabbri; il Querini, invece, proveniente dall’Ascension, doveva entrare in Piazza dalle attuali Procuratie Nuovissime; mentre, infine, il Badoer doveva arrivare successivamente dalla terraferma con altri armati per dar manforte agli altri. Il Doge, tuttavia, avvisato all’ultimo momento riuscì a mettere in atto le opportune contromisure che fecero fallire il complotto. Il Tiepolo ed i suoi affrontati dagli armati del Doge fuggirono a Rialto. Il portabandiera colpito da un mortaio gettò anzitempo nello scompiglio gli armati, i quali pensarono che il popolo si fosse organizzato contro di loro, invece che a favore, come era convinto il Baiamonte. vecia del morterUn lapide commemorativa dell’episodio, raffigurante Giustina Rosso, autrice del lancio del mortaio, è stata collocata nella calle interna delle Procuratie Vecchie all’inizio delle Mercerie dell’Orologio.
Il Tiepolo e gli scampati, infine, asseragliatisi nel proprio palazzo, riuscirono a concordare con la Signoria un lascia passare dalla Veneta Repubblica ed aver salva la vita. Anche il Querini ed i suoi, energicamente affrontati, furono immediatamente bloccati all’imbocco della Piazza, quelli scampati alla morte fuggirono in Campo San Luca dove finirono definitivamente travolti dai confratelli della Scuola della Carità e della Scuola dei Pittori, prontamente accorsi in difesa della Repubblica. In questo campo in loro onore fu eretto un pilo dove veniva eretto un vessillo con i simboli delle due associazioni. Infine, il Badoer subì in terraferma la stessa sorte degli altri congiurati, da parte dagli armati del Podestà di Chioggia.