Unità di misura |
La madre di tutte le chiocciole
Repubblica — 29 luglio 2000 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA
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Su molte tastiere servono tre tasti per scriverla. Non è una lettera dell' alfabeto, ma si è ormai insinuata nella nuova ortografia, (come nel titolo del film "C' è post@ per te"). La @ "fa" Internet quanto ai tempi del Movimento la K "faceva" repressione (per esempio nel cognome Kossiga). Destando l' ilarità di molti stranieri, noi la chiamiamo "chiocciola".
Ma cosa c' è da ridere? Un po' assomiglia davvero a una chiocciola. Non era facile immaginare che la @ chiocciola avesse mezzo millennio di vita. Lo ha scoperto Giorgio Stabile, che insegna Storia della scienza all' università "La Sapienza" di Roma e che sta selezionando per conto dell' Istituto Treccani immagini e foto sui fatti del Novecento.
A Dario Olivero, che lo ha intervistato per Repubblica.it (il sito ha anche pubblicato suggestive immagini della scoperta).
Stabile ha detto: "Nessun simbolo nasce dal nulla e nessun simbolo viene scelto a caso". Con questa convinzione e con un po' di fortuna ha scoperto che la chiocciola veniva usata in certi scritti mercantili veneziani, dove stava per "anfora", unità di peso e di capacità.
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La @ ha dunque un' origine italiana, commerciale, legata agli scambi, alla navigazione (non virtuale), alla misurazione. Portata dai registri mercantili delle navi da carico sulle coste arabe, spagnole, e di lì al mondo l' anfora- chiocciola è entrata nell' alfabeto commerciale inglese dove stava per at. E' un' indicazione di prezzo: at a price of.
Una volta in più si dimostra che le lingue viaggiano con le merci e la potenza economica. La @, che a questo punto non si chiama più "anfora" e non si chiama ancora "chiocciola", è la "A commerciale", e nel Novecento le fanno spazio sulle tastiere delle macchine da scrivere e poi dei computer. Anche di quello che l' ingegnere americano Ray Tomlinson usò per mandare il primo messaggio di posta elettronica (nel senso che intendiamo noi), che aveva inventato lui stesso per la rete Arpanet. Era lo sparo di Guglielmo Marconi e la "A commerciale" era presente: serviva a separare l' utente dal server, cioè il nome dall' indirizzo.
Perché Tomlinson scelse proprio quel simbolo? Gli serviva un carattere che avesse solo quella funzione, e dunque era meglio scegliere fra i caratteri meno usati. Ma anche il carattere "diesis" non è proprio usatissimo, c' erano alternative alla @.
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Magari Tomlinson ha messo le dita a caso, ma ha anche ragione il professor Stabile a pensare che niente, nel mondo dei simboli, avviene veramente a caso: neppure il caso. Tomlinson avrà forse visto baluginare in quella @ le antiche anfore, le antiche navigazioni, gli antichi scambi, e nella sua invenzione le nuove chiocciole, navigazioni, e.commerce e e.mail. In questo simbolo che oggi fa parte del nostro (fastidiosissimo, inevitabile) gergo, c'è la A: la prima lettera dell' alfabeto che è anche la prima parola del vocabolario, e può segnare la prima qualità, la prima classe, la funzione privativa, il La musicale nelle notazioni anglosassoni.
Se la A fosse maiuscola sarebbe il perfetto simbolo dell' anarchia. Ma la "a" è minuscola, ed è attorniata non da un cerchio chiuso ma da un accenno di spirale, come un gatto acciambellato sulla sua coda, che sporge fuori dal tappeto. La stessa posta elettronica è una forma di anarchia potentissima ma minuscola, ottenuta non per ribellione (e comunque c' è anche quella) bensì per entropia: un' anarchia a carattere felino, che viaggia di computer in computer e ci arriva sul tavolo da lavoro portatore di messaggi da altri mondi, come un gatto che arriva sulla scrivania balzando per scaffali e mobili, con traiettorie dal senso a lui certamente chiaro.
Una chiocciola è un' anfora è un gatto è un prezzo è un messaggio: i simboli sono fatti così e noi tutti abbiamo fatto presto ad abituarci a convivere con questo simbolo placido e sgraziato, difficile da appuntare a mano, evocabile con tre tasti, portatore di una sua anarchia minuscola, e spiralata.
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