Montebelluna importante centro venetico |
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Nell’etá
del Bronzo Finale (1100-900 a.c.) si assiste ad un radicale riassetto del territorio.
Le strutture abitative sono meno sparse in confronto a quelle del Bronzo Recente,
di maggiori dimensioni e concentrate lungo i principali fiumi di pianura. Frattesina
nel rodigino é un tipico esempio. Sorta su di un ramo del Po, svolse
il ruolo di snodo commerciale di smistamento tra il centroeuropa e le aree orientali
dell’Egeo. Ulteriori abitati protourbani del Veneto furono Montagnana sull’Adige
“ridente” assieme ad Este, Padova sulla Brenta, Oderzo tra la la Piave
e la Livenza, Treviso sul Sile, ecc.
Montebelluna - insediamento venetico piú recente, venne fondata tra la
fine del VIII e l’inizio del VII secolo a.c., tra la Brenta e la Piave.
Circondata da splendide colline fu uno dei centri piú rilevanti della
Venetia et Histria, agevolata nel suo sviluppo economico-mercantile dalla felice
posizione geografica. Raffaello Battaglia e Giulia De Fogolari sono stati i
primi studiosi che evidenziarono la consistenza del sito archeologico. Scavi
effettuati nelle due necropoli di S. Maria in Colle ed in localitá Posmon
hanno restituito materiale notevole e peculiare. Le tombe attestano esclusivamente
il rito della cremazione con ossuari, che raccoglievano le ceneri combuste del
defunto, posti sia in piena terra sopra una lastra di arenaria, sia in cassette
costituite sempre con lastre di arenaria, accostate fra loro per meglio proteggere
i resti cinerari ed i corredi funerari. Vennero ritrovati una gran quantitá
di oggetti in bronzo, come in tutto il gruppo plavense, che in proporzione sono
piú numerosi in confronto a quelli di Este o di Padova; nell’area
riaffiorarono recipienti enei di fogge particolari, molto diffusi nel vicino
Cadore o nella Polonia del sud, per esempio le ciste cordonate (recipienti cilindrici
per uso quotidiano e con funzione sacrale per la raccolta delle ceneri). Vanno
segnalate, inoltre, le iscrizioni incise su vasi ossuari in lingua e grafia
venetica ed altre piú tarde in grafia latina, con elementi venetici nella
lingua e nel formulario.
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Montebelluna secondo il Battaglia possedeva un santuario - non ancora localizzato
- il quale, a mio avviso seguendo la tradizione venetica doveva trovarsi all'aperto,
in una radura fra i boschi sacri accanto al fiume (o ad un laghetto) ove si
svolgevano le cerimonie religiose. Da esso provengono - se le informazioni dell’acquirente
L. Bailo sono giuste - ma di certo dall’area plavense, i cinque magnifici
dischi ex voto del IV-III secolo a. C. lavorati a sbalzo e raccolti nel Museo
Civico di Treviso, di cui uno é decorato con puntini e ripete i motivi
dei piccoli dischi di Este
(stipe Caldevigo) e di quelli di S. Canziano del Timavo (Friuli); gli altri
recano a sbalzo l’immagine di una figura femminile ritratta di profilo,
vestita con grande eleganza alla moda paleoveneta. Rimane aperto l’interrogativo
della loro interpretazione, erano sacerdotesse o divinitá? L’aspetto
mistico religioso é espresso con una forte carica simbolica da una chiave,
di modello celtico, tenuta in mano da queste donne. L’attributo serviva
a dimostrare la sacralitá della immagine; in tempi remoti, in particolare
nel mondo paleomediterraneo, la chiave era una caratteristica sia delle sacerdotesse
guardiane del tempio, sia della divinitá per aprire il grembo della terra,
delle partorienti e del cielo. Gli studiosi, pur con qualche riserva, sono orientati
a pensare ad una rappresentazione di Reitia, la veneratissima dea nazionale
veneta. Vi é peró una questione che richiede un maggior approfondimento.
Nelle migliaia e migliaia di reperti appartenenti a stipi votive della Civiltá
dei Veneti antichi non é mai apparso un suo simulacro in terracotta,
in pietra o in bronzo. Forse i Veneti pensavano alla divinitá come ad
un essere incorporeo non raffigurabile? L’incinerazione, che trasformava
il corpo in uno spirito, dava la possibilitá - nella religione venetica
- all’uomo di entrare in comunicazione o essere parte stessa dell’essenza
divina? Le risposte a questi e ad altri quesiti possono essere trovate nelle
formidabili testimonianze lasciateci dai Veneti antichi, basterá avere
la pazienza di cercale.Mariarosaria
Stellin
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