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Le origini
Abito adottato dai Capi del Consiglio dei Dieci

Analizzando la struttura giuridica dell'antica società venetica è possibile avere un'immagine dell'evoluzione del diritto veneto attraverso i millenni, dato che tante norme consuetudinarie d'età medievale si caratterizzano come la sopravvivenza di istituti d'epoca remota.
Le scuole storiche polacca e ceca riconducono l'etnogenesi dei Veneti all'humus della Civiltà di Lusazia, che si sviluppò tra il 1500 ed il 1100 a.C. nell'omonima regione posta a sud di Berlino, tra la Germania Orientale, la Cechia e la Polonia. Da essa si sviluppò il movimento di civilizzazione che dilagò in larga parte d'Europa, promosso non da conquiste militari, ma da una nuova visione spirituale del mondo; infatti, i primi Veneti furono conosciuti come portatori dei campi di urne (Urnenfelder), in riferimento all'uso introdotto nella ritualità funeraria di bruciare i defunti prima di riporre i loro resti sotto terra, all'interno di vasi sacri. Anche in Italia, alcuni eminenti studiosi di storia e di linguistica hanno seguito questa impostazione di fondo: Devoto, Battaglia, Sergi; di tutto questo, però, l'Università italiana non ha ancora preso atto, poiché resta ancorata a una visione statalista della storia, in larga misura tributaria al mito della romanità. Ad importanti esiti conducono invece le ricerche di studiosi stranieri, cui non è sfuggita la pregnanza culturale dell'argomento; alcune considerazioni svolte di recente da Jozko Šavli inseriscono gli istituti giuridici alto-medievali (che vedremo poi descritti da Lujo Margetic)in una prospettiva ancor più profonda, caratterizzata dalla straordinaria continuità nel tempo della società veneta.

"È sorprendente scoprire che la donna venetica dell'Europa Centrale - a differenza di quella germanica - possedeva la capacità giuridica e la capacità di agire. Così, lo Sachsen Spiegel (specchio sassone) del 1275 - il libro giuridico tedesco - enumera tra i soggetti giuridici: Dio, il Re, il Duca, il Conte, lo Sachese (l'uomo sassone), il Wende, e la Wendin (l'uomo e la donna veneti) ". " I popoli di origine venetica, pur parlando assieme ad altri lingue indoeuropee, si differenziano per la loro matrice preistorica in modo decisivo dagli altri popoli indoeuropei. L'organizzazione sociale dei popoli venetici, già da tempo immemorabile è formata dalla comunità del villaggio, con campi divisi che appartengono alle singole famiglie. Quella dei popoli celtici e germanici era, invece, formata dalle comunità di parentela (in tedesco: Sippe), mentre nell'Europa meridionale dominava la grande famiglia, o clan. In modo simile, la grande famiglia - detta "produttiva" - era tipica anche presso i Latini e gli antichi Greci, che la chiamavano Ergasterion; essa si basava sull'autorità assoluta del padrone (patria potestas). La famiglia venetica era invece basata sull'autorità sia del padre che della madre. La discendenza della stirpe poteva continuare, con tutto il lascito dell'eredità, sia in linea maschile che in linea femminile ". " La donna nella società venetica aveva pari diritti dell'uomo, la sua significativa posizione deriva dalla precedente cultura matriarcale preindoeuropea".

 
Abito adottato dai Capitani Minori, Ministri della Giustizia
L'ingresso delle Venetiae nel sistema istituzionale di Roma avvenne in età augustea con il riconoscimento delle città venete come municipia: ai Veneti era garantito il sostanziale autogoverno del loro territorio, attraverso organi di nomina locale. Dopo la caduta dell'Impero, un altro passaggio denso di implicazioni per i successivi sviluppi in campo giuridico-istituzionale è rappresentato dal periodo immediatamente anteriore alla costituzione ufficiale della Repubblica avvenuta con l'elezione del primo Doge, Paoluccio Anafesto. Tra i tanti grandi intellettuali veneti del Settecento, Vettor Sandi ebbe il merito di tracciare la storia della nostra Repubblica alla luce dell'evolversi delle sue istituzioni; egli potè così acquisire con metodo scientifico - al tempo in cui il nostro popolo era ancora libero - una serie di importanti riferimenti storici.
"Ripugnava alla verità donar supposti fantastici alla nazione": con tale frase egli suggellò l'impresa di confutare il fondamento storico dell'atto di fondazione della città fatto risalire al 25 marzo 421, data che per secoli era stata osservata come verità indiscussa e fatta quasi oggetto di venerazione . La Repubblica, dunque, rinunciò a questo dogma e recepì le notevoli scoperte di questo studioso, il quale spese in questi studi larga parte della sua vita. Relativamente al periodo anteriore all'anno Mille, l'assunto fondamentale dell'opera Principj di Storia Civile è la nascita della Veneta Repubblica in forma di totale indipendenza sia dall'Impero bizantino, sia da quello germanico. Si tratta di un indirizzo che è stato messo frettolosamente da parte dalla storiografia moderna: eppure meriterebbe di essere approfondito.
 
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