Visita guidata alla mostra al museo di Sant’Apollonia
Venezia, 7 novembre 2009
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L’Associazione
Europa Veneta ha svolto quest’iniziativa perché tra i temi
centrali della sua attività culturale vi è il problema
delle origini di Venezia, con particolare riguardo alla sua fase
altomedievale.
Si è proseguito così il ciclo di visite guidate iniziato
presso l’area archeologica di Altino (2002), continuato
all’isola di Torcello (2006) ed esteso ad Udine per la mostra sul
Vescovo Cromazio nel trascorso inverno.
La Curia patriarcale, da parte sua, ha inteso celebrare con la Mostra i
mille anni del rifacimento della cattedrale di Santa Maria Assunta a
Torcello; per la verità essa fu eretta dal Vescovo Paolo nel 639
come chiesa di Santa Madre di Dio, in occasione dell’abbandono di
Altino durante l’assedio longobardo. Una volta eretta vi fu
trasferita la nuova sede vescovile e le reliquie di
Sant’Eliodoro, primo Vescovo altinate.
Lo stesso Imperatore di Bisanzio Eraclio diede l’ordine di
costruzione; egli era grande amico dei Veneti, tant’è che
nel 630 aveva fatto omaggio alla cattedrale di Grado di tante reliquie
e suppellettili, tra cui la “cattedra di San Marco”, per
risarcirla del saccheggio avvenuto allora; inoltre, i cittadini veneti
di Cittanova a tal punto lo veneravano che gli tributarono il nome
della città: Eraclea.
NOTERELLA STORICA: L’ANNO 1008, TORCELLO, VENEZIA E LA MAGNIFICA FAMIGLIA ORSEOLO
Nel 1008 la Cattedrale di Torcello
fu ricostruita, ampliata, riconsacrata e cambiò nome, come
detto. Occasione dell’operazione fu la nomina del suo nuovo
Vescovo Orso Orseolo, futuro Patriarca di Grado e figlio del Doge
Pietro Orseolo II. Riportiamo a questo proposito due passi
conclusivi della Cronaca medievale di Giovanni Diacono: «Nell’anno
1008 dall’incarnazione di Gesù Cristo nostro signore,
essendo morto Valerio, vescovo della chiesa di Altino, il quale aveva
retto la cattedra di vescovo per vent’anni, meno quindici giorni
soltanto, il suddetto Orso, figlio del doge Pietro, col parere
favorevole del clero e del popolo, fu nominato nella medesima sede.
Voglio esporre in breve con la mia parola le qualità di questo
adolescente: era religioso di fede, bello di aspetto, avveduto
d’ingegno, talmente esperto nel campo delle lettere che tutti lo
consideravano degno di tanto onore. All’inizio della sua
consacrazione, il doge Pietro, suo famoso genitore, fece con la massima
cura restaurare la casa e chiesa di Santa Maria, già quasi
consunta dal tempo». Orso ebbe quattro fratelli
e quattro sorelle, la metà dei quali scelse la vita religiosa.
Difficile trovare nella storia un altro popolo d’animo devoto
quanto i Veneti ed il loro Patriziato.
Il Doge in quei mesi del 1008 lasciò il mondo. Aveva 48
anni quando decise di lasciare tutto a favore della sua prole, del
popolo e della Chiesa e di prendere i voti assieme alla Dogaressa:
«Dopo aver così bene disposto ogni cosa, stabilì
d’ora in poi di vivere castamente con la sua generosa moglie
Maria, a condizione però che nessuna separazione vi fosse nella
vita familiare. Quei beni infine che restavano, li diede alle chiese e
ai poveri, e non riservò nulla per sé, fuorché la
dignità [dogale]». Suo padre, il Doge Pietro
Orseolo I, resistette nella carica ancora meno: appena due anni, dal
976 al 978. Nella notte del 31 agosto fuggì via a cavallo
in gran segreto per farsi monaco in Aquitania, in spregio alle cose
mondane. A Venezia ci si afflisse della scomparsa misteriosa e si
impiegò del tempo a scoprire che fine aveva fatto, essendone
stata all’oscuro persino la famiglia.
Edoardo Rubini
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